Pubblichiamo di seguito l’intervento del partigiano Renzo Pigni e alcune fotografie della manifestazione
Io devo dirvi soprattutto grazie. Grazie di essere qui, tanto numerosi a questo monumento. Questo monumento l’abbiamo voluto io e il sindaco Spallino. L’abbiamo desiderato, voluto e costruito ed è stato inaugurato da Sandro Pertini. Perché in Pertini vedevamo in realtà l’espressione dei valori della nostra Costituzione repubblicana. Io devo dirvi però che possono essere importanti le parole che diciamo qui, ma sono più importanti quelle pietre che parlano. E che ci lanciano un monito. Ve ne cito due, che ho detto molte volte, ma credo che oggi sia più doveroso ricordarle anche a questo – non lo so definire – sindaco di Cantù. Perché come fa un sindaco che dieci giorni fa riceveva la ministra insultata per il colore della pelle (è stato ricordato qui), poi concede non ai fascisti – quattro ragazzotti di Cantù come faceva negli altri anni – ma la peggiore teppaglia nazista che si aggiri in Europa. E che non rappresenta, badate bene, lo dico alla mia età, e che non rappresenta un pericolo per il domani, un’offesa alla cultura democratica e di amore della libertà. Ma un pericolo attuale e contingente. Non dimentichiamo che nel parlamento greco sono entrati 20 parlamentari, deputati, al passo dell’oca e al saluto nazista. Non dimentichiamo che in Norvegia il partito nazista di quello sciagurato che ha ucciso decine di giovani ha vinto le elezioni con alte alleanze. Signori, il problema non è di ieri, la memoria, è la realtà che voi siete costretti ad affrontare. Noi l’abbiamo fatto, quando era doveroso farlo, e l’hanno ricordato. E io voglio fare parlare due personaggi che sono scritti lì [sul monumento, n.d.r.] un nostro comasco, Peretta, il padre di Peretta che ha fondato l’ANPI, ha fondato l’Istituto della Resistenza. Bene, lui aveva scritto al figliolo che era prigioniero in India, perché arruolato nella guerra, una lettera di memoria, perché è morto sotto le torture dei fascisti per non tradire i compagni di lotta. Dice. “Io mi auguro che il nostro sacrificio”, che diamo il bene supremo, la vita, cosa può dare un uomo se non se stesso a un grande ideale, “serva però come una lezione culturale per il domani”. È questo il messaggio che vi viene dato, quello di essere i custodi di questa memoria per difenderla per l’oggi, non per difenderne il ricordo solo di ieri. Ma un’altra frase, e la cito qui poi ho finito. Quella di un partigiano cecoslovacco, 20 anni, era un ragazzo. (Non so se l’avete letto il volantino dell’ANPI della città di Como. È scritto da ragazzi, perché la maggioranza sono ragazzi. Credo che hanno indovinato il senso di questa scelta scellerata del sindaco di Cantù; credo che già la proposta è stata fatta: prima se ne va, meglio per l’onore della stessa città di Cantù e me lo auguro). Ebbene, questo partigiano di 20 anni, che venne impiccato dai nazisti, ma non con la corda, perché era troppo nostrana, ma con il gancio dei macellai che si adopera nei mattatoi. Il giorno prima della sua morte scrisse, tagliandosi i polsi, un messaggio semplice che io vi consegno qui, che siete qui di certo con questo spirito: “Uomini vi amavo: vi girate!”. Nel senso che la democrazia, la libertà, non è un dono assoluto, conquistato per sempre, ma difeso giorno per giorno e momento per momento. E se va difeso giorno per giorno e momento per momento, questo è un momento importante che voi testimoniate con la vostra presenza qui. E di questo vi ringraziamo, perché il monumento parla. E siamo andati, guardate, (grazie, grazie… si applaude a teatro, secondo me). Noi siamo andati a raccogliere, nei campi di sterminio, una per una quelle pietre che abbiamo accostato lì. Che parlano da sole. Da sole. Quelle pietre rappresentano non soltanto un momento politico, perché nei campi di sterminio ci sono finiti tutti i diversi: lo zingaro, l’omosessuale, il bambino, c’è finita l’umanità che diceva di no al nazismo. Oggi, autorizzare l’uso di un campo ricreativo (anche questo è l’aspetto… si concede che cosa? Neanche un teatro, pubblico, che non dovrebbe essere nemmeno dato per manifestazioni di questo tipo). Lo si concede in nome della Costituzione. Ma come fa un sindaco a dire che è in nome della Costituzione, dimenticandosi che la Costituzione non è stata scritta dai padri costituenti, che in grande parte erano antifascisti. Ma è stata scritta dai partigiani, come ha detto Calamandrei, sulle montagne, nelle carceri, nei campi di concentramento: la Costituzione è scritta lì. E noi dobbiamo difenderla per questo. Possiamo cambiare tutti gli articoli che vogliamo, ma non i primi articoli, i dieci articoli fondanti della Costituzione della Repubblica. Io credo che qui, la nostra testimonianza sia questa. Ma abbiamo anche una speranza da esprimere: mi auguro che chi lo può liberi la dignità del comune di Cantù della vergogna di avere un sindaco di questo tipo.