“La Segreteria nazionale ANPI esprime indignazione e condanna per quanto avvenuto a Brescia a seguito di una manifestazione pacifica per Gaza, davanti all’ingresso della “Leonardo S.p.a.”, azienda produttrice di veivoli e tecnologie militari.
Dopo l’identificazione, ventitré partecipanti sono stati immotivatamente trasferiti in Questura e le attiviste sono state sottoposte ad umilianti pratiche intimidatorie e offensive della dignità della persona, ascrivibili alle consuetudini dei regimi totalitari.
L’accaduto, che va ben oltre i discutibili e reiterati comportamenti già denunciati in altre occasioni, conferma le preoccupazioni circa l’intenzione del Governo di introdurre nel provvedimento sulla sicurezza in discussione in Parlamento un generico “scudo penale” – nei fatti – di impunità.
Qualsiasi proposta di scudo penale per gli agenti di polizia, eventualmente indagati, è un palese ostacolo alla giustizia, è un affronto alla stragrande maggioranza dei poliziotti, è in clamoroso contrasto col principio dell’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge sancito dell’articolo 3 della Costituzione.
Mentre le cifre fornite dal Ministero dell’Interno segnalano una significativa riduzione dei reati, forzare la mano per limitare e impedire le pacifiche manifestazioni di dissenso esprime intolleranza alle regole democratiche che fondano la nostra Costituzione.
La Segreteria nazionale ANPI chiede che venga fatta chiarezza e auspica che il Parlamento stigmatizzi modalità e comportamenti non ascrivibili alle funzioni di sicurezza di uno Stato democratico”
16 gennaio 2025
COMUNICATO ANPI BRESCIA 15 GENNAIO 2025
L’Anpi ha tra le proprie finalità statutarie il concorso alla piena attuazione, “nelle leggi e nel costume”, della Costituzione italiana; compito da realizzarsi anche attraverso la “promozione e la tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici”.
I racconti delle attiviste di Extinction Rebellion in merito ai trattamenti cui sarebbero state sottoposte presso la Questura di Brescia destano sconcerto. Si tratta di fatti che necessitano di chiarimenti e approfondimenti urgenti, da condurre nelle sedi competenti. Tra queste vi deve essere il Parlamento, di fronte al quale auspichiamo che il Ministro dell’Interno, in qualità di autorità nazionale di pubblica sicurezza, sia chiamato a riferire quanto prima. Sulla vicenda continueremo a tenere alta l’attenzione, così come ci auguriamo farà l’opinione pubblica tutta e i rappresentanti istituzionali e politici, per ricevere risposte non formaliste che chiariscano in modo trasparente quanto accaduto.
Le attività di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, infatti, non possono che informarsi allo spirito democratico della Repubblica. Condotte rispettose del principio di eguaglianza e di non discriminazione, della dignità della persona e dei suoi diritti sono condizione essenziale e imprescindibile per la fiducia nell’operato delle forze di polizia. Senza dimenticare la necessità che l’esercizio dei poteri di polizia si conformi ai principi di stretta legalità, di proporzionalità e di offensività, soprattutto quando – come nel caso di specie – la tutela della sicurezza debba essere necessariamente bilanciata con la tutela della libertà di manifestazione del pensiero, che nella nostra Repubblica è estrinsecazione della partecipazione democratica alla vita politica, civile e sociale del Paese.