Su questo numero di ANPInews:
APPUNTAMENTI
27 gennaio 2014: GIORNO DELLA MEMORIA
“…E’ vietato morire!”
►Il 27 gennaio, a Milano, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, col patrocinio, tra gli altri, dell’ANPI Nazionale e la partecipazione del presidente Smuraglia: serata dedicata a Vincenzo Gigante, Medaglia d’Oro della Resistenza
ARGOMENTI
Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:
► Vicenda Cristicchi: proprio per rispettare i sentimenti di molti che sono stati coinvolti in una vera tragedia con le loro famiglie, sarebbe opportuno che ognuno riponesse le “armi” e ricorresse alla dialettica civile ed al confronto, per appurare la verità e raggiungere risultati convincenti, al di là delle emozioni. Sta arrivando il momento della storia, in luogo di quello della cronaca e del dolore. Ed è solo questa, la riflessione storica che può aiutarci ad uscire da una impasse che si trascina da troppo tempo
Preliminarmente, va chiarita la questione della tessera ANPI assegnata, nel 2010, a Simone Cristicchi. La tessera è stata effettivamente consegnata, ma non poteva trattarsi di una tessera ad honorem, perché l’art. 22 dello Statuto riserva questo tipo di tessera ad una particolare categoria, in cui Cristicchi non rientrava. Si tratta, dunque, di una tessera “ordinaria”, certamente offerta a Cristicchi, ma che non è stata poi mai rinnovata (l’iscrizione all’ANPI si rinnova d’anno in anno, chiedendo la tessera e pagando il contributo). Dunque, allo stato, Simone Cristicchi non è iscritto all’ANPI e non c’è alcun provvedimento da adottare nei suoi confronti. Fra l’altro, se la tessera del 2010 gli fu data in relazione ad un merito particolare (uno spettacolo), essa ha esaurito allora la sua funzione e non sarebbe costume dell’ANPI revocarla per fatti successivi. Quindi, gran parte della questione che è stata sollevata, con raccolta di firme, inviti all’ANPI a ritirare la tessera, ecc., non ha ragione di essere. Resta il merito (…)
► Difficoltà del rilancio dell’economia: ognuno individua cause diverse, ma va piuttosto di moda sostenere che sono le eccessive rigidità del mercato del lavoro a scoraggiare gli investimenti produttivi. Qualcuno si spinge fino a ravvisare le cause principali delle difficoltà nella eccessiva burocrazia e nella complessità delle operazioni che deve compiere chi vuole intraprendere qualcosa di nuovo. Ho molti dubbi sulla prima, ipotetica, causa, perché sono convinto che chi davvero volesse avviare un’impresa, con serie possibilità di profitto, non si fermerebbe di fronte alle tipologie di contratto di lavoro e tanto meno di fronte al rischio (ipotetico) di non poter licenziare
C’è una cosa che mi colpisce molto e sulla quale voglio, per un momento, intrattenermi. Si parla molto, in questo periodo, della difficoltà di un rilancio dell’economia, della produttività, degli investimenti. Ognuno individua cause diverse, ma va piuttosto di moda sostenere che sono le eccessive rigidità del mercato del lavoro a scoraggiare gli investimenti produttivi. Qualcuno si spinge fino a ravvisare le cause principali delle difficoltà nella eccessiva burocrazia e nella complessità delle operazioni che deve compiere chi vuole intraprendere qualcosa di nuovo. Ho molti dubbi sulla prima, ipotetica, causa, perché sono convinto che chi davvero volesse avviare un’impresa, con serie possibilità di profitto, non si fermerebbe di fronte alle tipologie di contratto di lavoro e tanto meno di fronte al rischio (ipotetico) di non poter licenziare. Chi fa intrapresa sul serio, sa di correre dei rischi e li valuta; tra questi mi sembra abbia scarsa incidenza il problema dei licenziamenti, se non altro perché non è poi vero che non si possa licenziare (lo si può fare nelle piccole aziende e lo si può fare, per giustificati motivi economici, anche nelle aziende maggiori, specialmente dopo la riforma Fornero) (…)
► Difficoltà del rilancio dell’economia: ognuno individua cause diverse, ma va piuttosto di moda sostenere che sono le eccessive rigidità del mercato del lavoro a scoraggiare gli investimenti produttivi. Qualcuno si spinge fino a ravvisare le cause principali delle difficoltà nella eccessiva burocrazia e nella complessità delle operazioni che deve compiere chi vuole intraprendere qualcosa di nuovo. Ho molti dubbi sulla prima, ipotetica, causa, perché sono convinto che chi davvero volesse avviare un’impresa, con serie possibilità di profitto, non si fermerebbe di fronte alle tipologie di contratto di lavoro e tanto meno di fronte al rischio (ipotetico) di non poter licenziare. Mi stupisce, quindi, la quasi totale scomparsa del richiamo ad un altro fattore di ostacolo, che sembra quasi non più esistere, a leggere certe dichiarazioni, e certi articoli ed a seguire certe trasmissioni. Intendo riferirmi alla criminalità organizzata
C’è una cosa che mi colpisce molto e sulla quale voglio, per un momento, intrattenermi. Si parla molto, in questo periodo, della difficoltà di un rilancio dell’economia, della produttività, degli investimenti. Ognuno individua cause diverse, ma va piuttosto di moda sostenere che sono le eccessive rigidità del mercato del lavoro a scoraggiare gli investimenti produttivi. Qualcuno si spinge fino a ravvisare le cause principali delle difficoltà nella eccessiva burocrazia e nella complessità delle operazioni che deve compiere chi vuole intraprendere qualcosa di nuovo. Ho molti dubbi sulla prima, ipotetica, causa, perché sono convinto che chi davvero volesse avviare un’impresa, con serie possibilità di profitto, non si fermerebbe di fronte alle tipologie di contratto di lavoro e tanto meno di fronte al rischio (ipotetico) di non poter licenziare. Chi fa intrapresa sul serio, sa di correre dei rischi e li valuta; tra questi mi sembra abbia scarsa incidenza il problema dei licenziamenti, se non altro perché non è poi vero che non si possa licenziare (lo si può fare nelle piccole aziende e lo si può fare, per giustificati motivi economici, anche nelle aziende maggiori, specialmente dopo la riforma Fornero) (…)
► Il “ritorno” di Berlusconi: “sdoganare” un soggetto del genere non va molto al di là di quei limiti che dovrebbero essere connaturati perfino alla “ragione di stato” o alla ragione politica?
Come tutti i giornali non mancano di notare, Berlusconi è stato ancora una volta “sdoganato” (Scalfari scrive che è tornato nei “Campi elisi”). Non è la prima volta che accade; quante volte Berlusconi è sembrato precipitare e qualcuno o qualcosa è intervenuto per risuscitarlo? E’ diventato una sorta di vizio nazionale, a cui molti hanno concorso e, fra questi, le sinistre (o una parte di essa). Ci sono delle ragioni, si dice; in realtà, all’apparenza ci sono sempre state e sono sempre servite a Berlusconi e non al Paese, il quale non ha nulla da guadagnarci, da una presenza così inquinata e inquinante, sulla nostra scena politica (…)
► Riunione dei vertici della FIR a Roma: in un clima di grande fraternità, si è discusso – in una sala del Campidoglio – sulle tendenze neofasciste e di destra estrema in Europa, del modo di contrastarle, della necessità di rinnovare quel tacito patto tra resistenti e antifascisti di tanti Paesi europei, che nel triennio ’43-’45 finì per condurre, assieme agli eserciti alleati, alla vittoria sul fascismo e sul nazismo. Si è cementato l’impegno ad essere uniti, in questa battaglia ed a cercare di inserire nella prossima campagna elettorale europea le tematiche dell’antifascismo e della democrazia
Si è svolto, a Roma, il preannunciato incontro con il Comitato esecutivo della “Federazione internazionale dei resistenti e antifascisti”. In un clima di grande fraternità, si è discusso – in una sala del Campidoglio – sulle tendenze neofasciste e di destra estrema in Europa, del modo di contrastarle, della necessità di rinnovare quel tacito patto tra resistenti e antifascisti di tanti Paesi europei, che nel triennio ’43-’45 finì per condurre, assieme agli eserciti alleati, alla vittoria sul fascismo e sul nazismo. Si è cementato l’impegno ad essere uniti, in questa battaglia ed a cercare di inserire nella prossima campagna elettorale europea le tematiche dell’antifascismo e della democrazia. Si è convinti che queste elezioni saranno molto importanti e forse decisive per dare un volto nuovo agli organismi istituzionali europei e per delineare un indirizzo della politica dell’Unione europea più corrispondente ai princìpi ed ai valori consacrati nei documenti costitutivi, nella carta di Nizza e nei successivi trattati (…)
► Abbiamo seguito la vicenda umana di Claudio Abbado con sincera ed affettuosa partecipazione; oggi sentiamo con dolore la perdita di un Maestro ma soprattutto di un uomo, a cui volevamo bene, oltre alla stima profonda dovuta alla sua genialità. In un’epoca in cui si vanno rarefacendo valori ed esempi, ogni perdita di simile gravità sembra irreparabile.
Con grandissima e profonda commozione abbiamo appreso la notizia della morte di Claudio Abbado, uno dei più grandi direttori e musicisti di quest’epoca, un uomo di grandissima cultura, di vivissima umanità, di profondi sentimenti democratici. E’ una perdita gravissima per la cultura e per il Paese; è una perdita anche per il Senato, che non ha fatto a tempo – dopo la nomina a Senatore a vita – a frequentare, per gravi motivi di salute (…)
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