Di seguito la lettera della famiglia di Lino pubblicata sabato da Brescia Oggi:
«…Perchè se libero un uomo muore che cosa importa di morir…».
Questa è la strofa finale di una canzone partigiana molto cara a mio padre. Adesso che lui ci ha lasciati veramente, di sicuro libero, ma non soddisfatto di come la situazione sta evolvendo, come famiglia sentivamo il bisogno, senza clamore nè ridondanze particolari, di esprimere un grazie a tutte quelle persone che, nei giorni della veglia alla camera ardente presso la sede provinciale dell’ANPI e durante le civili esequie, si sono strette a noi vicine in un calorosissimo abbraccio di spontanea, vera, solidarietà umana.
Caro direttore, se ci è consentito tramite la sua rubrica, vorremmo dire grazie ai lavoratori, agli studenti, ai pensionati, uomini e donne, che hanno vegliato, omaggiato e pianto con noi il caro papà.
Grazie al dott. Bondioli e alla dott.ssa Pagani, al personale medico e paramedico e alle sorelle dell’Hospice Domus Salutis, a tutti i parenti e amici vicini e lontani che non ci hanno fatto mancare il loro sostegno.
Grazie alle autorità che ci hanno concesso di accompagnare il papà in corteo al Monumentale. Grazie agli operatori dell’informazione che si sono prodigati con articoli e servizi per delineare con precisione la storia di un uomo che nel suo piccolo ha dato un contributo alla storia del nostro paese. Grazie a tutti gli oratori che l’hanno salutato per l’ultimo viaggio spendendo parole di rara sensibilità, toccando le corde della commozione di tutti i presenti.
Ed infine un grazie particolare ai partigiani, quei pochi ancora viventi, che nell’occasione ci hanno ricordato che la Resistenza continua, ai giovani della Nuova Resistenza che imparando presto si impegnano nell’affermare che «senza memoria non c’e’ futuro», Grazie alle Fiamme Verdi di Brescia e dell’alta Valle Camonica che hanno pianto un Garibaldino come se avessero pianto uno dei loro.
Grazie al presidente provinciale dell’ANPI Giulio Ghidotti, che da subito, per tutta la durata delle feste di Natale, è diventato parte integrante della nostra famiglia e ha gestito con tatto e discrezione l’organizzazione complessa dei funerali.
Grazie di cuore, la famiglia di “Modroz” vi è grata e vi ricorderà tutti per sempre.
Lucio Pedroni