Su questo numero di ANPInews
APPUNTAMENTI
►Dal 20 al 22 novembre, a Padova, convegno internazionale sul 1943, promosso, tra gli altri, dall’INSMLI e dall’ANPI Nazionale
►24 novembre: GIORNATA NAZIONALE DEL TESSERAMENTO ALL’ANPI
ARGOMENTI
Notazioni del Presidente Nazionale ANPI, Carlo Smuraglia:
► Ciò che è scritto nella legge di stabilità ci sembra attenere più alla sfera dei palliativi che non a quella di un rilancio vero della attività produttiva e del lavoro, compreso quello degli autonomi, oltre al sostegno alla difficile posizione di chi viene a subire – suo malgrado – il peso di una crisi che sembra irreversibile
In questi giorni ci sono stati forniti tre dati, sui quali occorre, ancora una volta, riflettere. Il primo riguarda il livello, terribile e costante, della disoccupazione; il secondo si riferisce alla notizia che 350.0000 lavoratori resteranno senza aiuti di sorta, perché la Cassa integrazione in deroga è rimasta senza fondi; il terzo riporta un’altra notizia significativa e grave: in cinque anni, ci sono state 400.000 partite IVA in meno. Tre dati estremamente preoccupanti che riguardano il lavoro dipendente, la disoccupazione e quella fase, cosiddetta intermedia, che dovrebbe essere la Cassa integrazione. Che commenti si possono fare? Ben pochi: andiamo male, anzi malissimo (…)
► Ha poca rilevanza esprimere il nostro parere su un caso capitato, addirittura, ad una Ministra che finora era stata sempre considerata, a buon diritto, come un campione di autonomia, indipendenza e professionalità; ciò che interessa è chiedersi, invece, quando avverrà la svolta nei comportamenti politici, adeguandoci ai Paesi civili, in cui basta semplicemente un errore, più o meno grave, perché si senta la necessità di dimettersi, senza aspettare che si pronunci nessun altro prima della propria coscienza e della propria sensibilità politica e morale. E chiedersi soprattutto quando diventerà “normale”, nelle Istituzioni e nella politica, tenere rigorosamente separati gli interessi privati dall’interesse pubblico
Ho incontrato casualmente un iscritto all’ANPI, qualche sera fa e mi ha detto che non mi domandava cosa pensavo della faccenda Cancellieri – Ligresti, perché – conoscendomi – sapeva già la risposta. La cosa mi ha, sinceramente, lusingato perché significa che qualcosa ho lasciato intendere, nella mia lunga vita, su ciò che penso del mondo, della politica e della morale. Comunque, per tornare a noi, io so di magistrati che si sono trovati a svolgere il loro lavoro in situazioni particolarmente difficili, delicate e complesse. La soluzione che hanno adottato è stata quella di “tagliare i ponti” ed evitare situazioni che avrebbero potuto diventare compromissorie o anche semplicemente imbarazzanti (…)
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