Erich Priebke è morto a Roma lo scorso 11 ottobre all’età di 100 anni. Capitano delle SS durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla pianificazione e alla realizzazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine insieme al comandante Herbert Kappler. Priebke redasse personalmente la lista di coloro che sarebbero stati uccisi e partecipò al massacro, uccidendo con la sua arma almeno due persone.
Come molti sanno, soprattutto a Brescia, il suo nome è legato anche alla repressione dell’attività dei partigiani a Brescia e in provincia. Il 14 giugno 1944 divenne ufficiale di collegamento con lo Stato Maggiore della GNR, con sede a Brescia, partecipando attivamente alle perquisizioni e alle azioni di rastrellamento.
Agape Nulli incontrò Erich Priebke nel carcere bresciano di Canton Mombello quando, a soli 18 anni, venne condotta per un lungo interrogatorio e detenuta per nove mesi dall’agosto 1944 al 25 aprile 1945. Da staffetta della Fiamme verdi, con la sua bicicletta, portava in lungo e in largo per la provincia valige piene di armi ai partigiani sfidando i posti di blocco nazi-fascisti. Finita in carcere insieme alla sua famiglia, fu portata di fronte a Priebke.
Ricordo il giorno dell’interrogatorio, Priebke entrò nella stanza puntandomi l’indice contro e mi chiese a bruciapelo “Hai letto la Bibbia?”. Gli risposi di no, sapevo che era una domanda tranello per scoprire se fossi ebrea. Poi mi domandò dove si nascondevano i miei fratelli, anche loro partigiani, ma non potevo saperlo perché mi trovavo in carcere da più di un mese. Il mio incontro si chiuse lì, altri miei compagni di sventura furono assai meno fortunati: Bruno Gilardoni fu riportato in cella più morto che vivo dopo ore di interrogatorio appeso al soffitto con una fune, altri furono inviati nei campi di concentramento e lì morirono.
La stessa Agape Nulli, molti anni dopo quelle vicende, nello scorso luglio, avrebbe manifestato la propria intenzione di chiedere la grazia per Erich Priebke al presidente Napolitano.
Alla fine della guerra Priebke venne arrestato. Nel dicembre del 1946 riuscì a fuggire dal campo di detenzione di Rimini e, con l’aiuto del clero italiano (da cui fu battezzato e accolto nella Chiesa cattolica), riparò in Argentina, Paese da cui verrà estradato in Italia nel novembre 1995. Due anni dopo la giustizia militare italiana condannò Erich Priebke all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, sentenza confermata in Cassazione il 17 novembre 1998. Pochi mesi dopo, anche a causa della sua età avanzata, gli venne concesso di scontare la pena agli arresti domiciliari.
Fonti:
- Giornale di Brescia
- Wikipedia
- Corriere della Sera
- Commissione scuola dell’ANPI di Brescia, Le vie della Libertà. Un percorso della memoria (Brescia 1938-1945)
- D. Morelli, Erich Priebke a Brescia, (“La Resistenza bresciana”)