Con la morte di Erich Priebke, avvenuta lo scorso 11 ottobre, si è tornati a parlare dell’azione gappista di Via Rasella e della strage delle Fosse Ardeatine. Come era prevedibile, molti ne hanno approfittato per rispolverare le consuete menzogne sull’operazione dei gappisti romani del 23 marzo 1944, menzogne ripetute solo pochi mesi fa perfino da Pippo Baudo, in una trasmissione andata in onda su RAI 3 (vedi qui). Ci sembra quindi utile rileggere un documento molto preciso e completo (scaricabile da qui), scritto da Andrea Dominici e reperibile sul sito dell’ANPI di Bagno a Ripoli, che fornisce risposte chiare e circostanziate agli argomenti capziosi più utilizzati dai denigratori della Resistenza.
Ad esempio:
- I tedeschi promisero di risparmiare gli ostaggi, se gli
autori dell’attentato si fossero consegnati. - La rappresaglia tedesca era legittima e Kappler non venne
condannato per l’uccisione di 330 ostaggi (nella
proporzione 10 a 1), ma per averne uccisi 5 in più. - I Partigiani non dovevano compiere operazioni a Roma,
che era “città aperta”. - I Partigiani di via Rasella non ebbero il coraggio di fare
come Salvo d’Acquisto, che si accusò di un attentato che
non aveva commesso e venne fucilato al posto di 22
ostaggi che si salvarono grazie a lui. - Le vittime dell’attentato non erano delle SS, ma dei vecchi
altoatesini disarmati, inquadrati in un reparto che aveva
solo funzioni di ordine pubblico. - Togliatti non ha voluto l’attentato di via Rasella.
- Togliatti ha voluto l’attentato di via Rasella.
Sapreste come rispondere? Il documento Il combattimento di via Rasella del 23 marzo 1944 ribatte a queste falsità punto su punto. È una lettura che consigliamo caldamente.