Monumento fascista a Brescia
Riteniamo profondamente sbagliata l’idea di ripristinare, in un momento come questo, la scultura di Arturo Dazzi intitolata all’”Era fascista” in piazza della Vittoria a Brescia. Perché se l’operazione ha intenti culturali di rappresentazione di un’epoca (al di là della palese inadeguatezza di quell’opera ad assolvere a questa funzione) la statua va collocata in un contesto nel quale tali intenti siano inequivocabili (ad esempio un museo di storia del ‘900).
Eretta in una piazza (incongruamente, tra l’altro, dal punto di vista stilistico, perché tutt’affatto diversa, questa piazza, da quella degli anni ’30) non può che essere vissuta come un monumento, e il monumento è la rappresentazione tangibile dei principi e dei valori nei quali una comunità si riconosce, o un attestato di riconoscenza per chi ha bene meritato della Patria. Non a caso il fascismo l’aveva voluto questo monumento, perché intendeva rappresentare le “virtù” dell’”Era fascista”: un giovane atleta “nudo, vigoroso, imponente, metafora del regime”. Aveva, per i fascisti, un senso.
Oggi, nell’Italia democratica ed antifascista voluta dalla Costituzione, ASSOLUTAMENTE NO. Risulterebbe un “mostro” (come se si riscrivesse il “credere, ubbidire, combattere” o l’”obbedienza pronta, cieca, assoluta”).
In un periodo in cui, inoltre, sciagurati tentativi di riabilitare il fascismo – vergogna perenne dell’Italia e peccato contro l’umanità – proliferano ovunque, con monumenti in ogni contrada ad efferati fascisti (targhe, strade, borse di studio, piazze, mausolei), disegni di legge tesi a premiare i militi fascisti agli ordini di Hitler (L. Fontana), tentativi di abolizione della 12^ disposizione transitoria della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista; con un ritorno preoccupante in Europa di formazioni richiamantesi al nazi-fascismo e facenti leva sui peggiori istinti dell’uomo (l’assalto e la fuga, l’aggressività e la paura), un’operazione quanto meno equivoca come quella di Brescia non può che risultare esecrabile alla coscienza civile e democratica della città.
Il fascismo è un mostro che abbiamo creato ed alimentato noi italiani, che ha incendiato l’Europa e provocato milioni di morti, sofferenze atroci, crimini inauditi contro la dignità della persona; un mostro per uccidere il quale sono morti non solo molte migliaia di componenti del plurimo e composito mondo della Resistenza italiana, ma anche migliaia di giovani completamente incolpevoli giunti a combatterlo da molte parti del mondo libero, anche per i seguaci di Mussolini, quelli (pochi) che hanno scelto di schierarsi con Hitler per perpetuare la barbarie, e quelli (molti) che si sono intanati aspettando che altri morissero per le loro colpe e “passasse la nottata”.
Non solo non abbiamo ancora chiesto scusa per l’orrore che abbiamo provocato, ma alcuni pretendono addirittura di farlo risorgere quel mostro.
Chiediamo agli amministratori locali, anche per rispetto ai loro concittadini, a quei morti, all’Italia e al mondo libero, un sereno atto di resipiscenza; ai bresciani e a tutte le associazioni democratiche della città di far sentire la loro voce per favorirlo .
ANPI REGIONALE LOMBARDIA
LA PRESIDENZA
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