Brescia 16 Febbraio 2013
Il Consiglio provinciale nella seduta odierna ha preso atto delle comunicazione del Presidente in merito al fatto che una delegazione formata da rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e dell’Associazione Fiamme Verdi di Brescia, lunedì 11 febbraio 2013, è stata ricevuta a Palazzo Loggia dal Sindaco di Brescia Adriano Paroli. La delegazione ha illustrato al Sindaco le ragioni e l’andamento della campagna di raccolta di firme di cittadine e cittadini a sostegno della petizione promossa dalle stesse Associazioni partigiane contro la ricollocazione in Piazza Vittoria della statua “L’era fascista” (popolarmente conosciuta come Bigio). Sono più di 1700 le firme che sono state consegnate nelle mani del Primo Cittadino, unitamente alla lettera allegata alla presente, con la nostra richiesta di ripensare tale decisione.
La concreta presa di posizione delle nostre due Associazioni partigiane partita a metà novembre scorso mediante l’avvio della raccolta di firme in occasione della cerimonia in onore dei Martiri di Piazza Rovetta, ha infatti sollecitato l’attenzione della cittadinanza che si è manifestata attraverso un confronto acceso e vivace di pareri diversificati sugli organi di informazione locali e no, facendo emergere in maniera esplicita quanto il progetto dell’Amministrazione andasse e vada a toccare corde ancora molto sensibili e diffuse contrarie all’operazione.
Un partecipato momento di riflessione e di approfondimento circa l’assetto di Piazza Vittoria in relazione alla presenza della statua del Dazzi è stato quello del 23 gennaio presso lo Spazio Aref grazie ai contributi di Roberto Ferrari, Silvia Iacobelli, Valerio Terraroli, Pietro Ghetti e Marco Fenaroli che hanno fornito ulteriori ragioni storiche, artistiche e politiche a sostegno della posizione contraria alla ricollocazione di tale manufatto.
Per le Associazioni partigiane la statua “L’era fascista” (popolarmente conosciuta come Bigio) è stata e resta un simbolo del fascismo e l’operazione rischia di risolversi in uno sdoganamento simbolico e nostalgico di una regime e di una ideologia a cui si rifanno gruppi e movimenti politici e culturali ancora attivi anche nel bresciano. Gruppi e movimenti che esprimono in modo aggressivo – proprio di queste ore è una grave provocazione fascista nei confronti della sez. ANPI di Castegnato – principi e valori contrari a quelli della Costituzione democratica e antifascista che regola la convivenza civile nel nostro Paese.
Il confronto e le prese di posizione che continuano tuttora, indicano come fosse opportuno discutere pubblicamente un’operazione – i cui significati sono di gran lunga superiori a quelli dell’ambito dell’arredo urbano – che senza l’intervento di ANPI e Fiamme Verdi rischiava di concludersi sotto traccia.
La raccolta di firme continua sia in forma cartacea che in quella elettronica.
Riteniamo però che anche altre realtà associative oltre le nostre, insieme a personalità significative e a singoli cittadine e cittadini vogliano condividere e sostenere ulteriormente il nostro appello e il nostro sforzo indirizzato ad evitare una presenza intollerabile per la Brescia democratica e civile, città insignita della Medaglia d’argento al valor militare nella guerra di Liberazione e luogo della strage fascista di Piazza della Loggia del 28 maggio ’74.
Pertanto con il presente ordine del giorno si chiede all’ANPI nazionale una decisa presa di posizione pubblica al riguardo